sabato 10 marzo 2012

La discalculia evolutiva

da iFormazione

La discalculia evolutiva (D.E.) è una disabilità di origine congenita e di natura neuropsicologica che impedisce a soggetti intellettivamente normodotati di raggiungere adeguati livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di calcolo ( calcolo a mente, anche molto semplice, algoritmo delle operazioni in colonna, immagazzinamento di fatti aritmetici come le tabelline), e di processamento numerico (enumerazione avanti ed indietro, lettura e scrittura di numeri, giudizi di grandezza tra numeri).
 I soggetti con tale disabilità sono circa il 4% della popolazione scolastica.
Come altri disturbi specifici dell’apprendimento, ha elevate cause di origine ereditarie ed è spesso accompagnata da dislessia evolutiva.


 Molti esperimenti scientifici hanno messo in evidenza che le capacità di contare, di distinguere  numeri e dimensioni, sono innate ed è sulla capacità di apprezzare la numerosità che si costruiscono tutte le competenze progressivamente più complesse nell’ambito dei numeri. E' chiaro quindi che la d.e. abbia la sua origine da una inefficienza congenita di tale modulo, perciò discalculi si nasce e non si diventa.


Numerosi studi su pazienti affetti da discalculia acquisita (soggetti diventati discalculici a seguito di traumi cranici) evidenziano che è possibile essere efficienti in un numero elevato di competenze (ragionamento, linguaggio parlato e scritto, memoria) ed avere difficoltà molto specifiche ad esempio nel eseguire calcoli a mente, nell’utilizzo dell’algoritmo delle operazioni in colonna, nel saper apprezzare la numerosità di un insieme, nel saper leggere e scrivere i numeri.
Ciò aiuta a capire come un bambino possa essere normalmente intelligente, adeguato nel linguaggio, possedere una buona memoria e, pur non avendo subito trauma cranici, fare molta fatica ad imparare le tabelline o a posizionare gli zeri nella scrittura dei numeri. Spesso non si tratta di mancanza di esercizio o svogliatezza o distrazione, ma di una specifica disabilità. 


E’ soprattutto verso la fine della terza elementare che può essere più facile fare l’ipotesi che un bambino inefficiente nella parte esecutiva della matematica possa essere affetto da D.E.. 
Si tratta di cogliere delle incongruenze: a fronte di una intelligenza adeguata in molte materie scolastiche, si nota grande difficoltà nel memorizzare le tabelline o nell’eseguire semplici operazioni a mente senza l’uso delle dita. 
Spesso la discalculia evolutiva si manifesta solo con elevati livelli di lentezza nell’esecuzione di calcoli o di operazioni, il cui risultato è spesso corretto.


Come per altri disturbi specifici dell’apprendimento è importante ricordarsi che si tratta di disturbi congeniti e che, pertanto, non “guariscono”. Proprio per questo l’obiettivo primario è che il bambino possa procedere nella concettualizzazione della matematica e nella capacità di risolvere problemi matematici minimizzando al massimo la dipendenza dalla sua disabilità. Nella soluzione dei problemi, a partire dalla III° elementare, è quindi importante che il bambino possa usare una calcolatrice. E' necessario inoltre che vengano presentati esercizi molto mirati che possano consentire di diminuire l’intensità del disturbo.

"Non puoi insegnare niente a un uomo.
 Puoi solo aiutarlo a scoprire ciò che ha dentro di sé".
(G.Galilei)

Daniela Deligia

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