sabato 10 marzo 2012

Che cosa c'è in un numero?

da iFormazione




La matematica è forse il campo della scienza che con più difficoltà attrae la gente comune, ma il linguaggio dei numeri sta influenzando sempre di più la nostra vita: noi comunichiamo con i numeri. I numeri ci dicono come funziona la nostra mente, come riusciamo ad interpretare la natura. Ci parlano della nostra storia ma anche del nostro futuro. Gli scienziati formulano idee sul mondo che sarebbero indescrivibili senza i numeri. Ma i numeri sono un concetto inventato da noi o sono qualcosa che è sempre esistito indipendentemente da noi? O sono un linguaggio naturale dell’universo?

Noi calcoliamo ogni evento della nostra vita: età, distanze, denaro, tempo, percorsi...
L' opinione della gente sulla matematica è spesso negativa: chi dice di averla studiata poco, chi sostiene che la matematica è orribile ed estremamente difficile, chi la trova noiosa perché nessuno ha saputo interessarlo, chi crede che ci sono persone che hanno talento per i numeri ed altre che invece sono totalmente negate.

I numeri invece costituiscono un linguaggio che tutti noi dobbiamo parlare quotidianamente nonché semplicemente. Ma perché alcune persone sembrano essere istintivamente migliori di altre a gestire i numeri? E’ qualcosa che ci insegnano o è qualche cosa che noi ereditiamo?
Per alcuni individui i numeri diventano una vera e propria patologia: non riescono a fare la spesa, non calcolano il resto e non sanno sommare i prezzi. Altri non riescono addirittura a riconoscere il numero sugli autobus che circolano in città.

L'area  del cervello preposta alla gestione dei numeri è la parte sinistra, e le persone che hanno serie e invalidanti difficoltà a gestire i numeri presentano dei danni proprio in quest’area  nota come il lobo parietale, area che è molto lontana dai centri che si occupano del linguaggio e da quelli che si occupano del ragionamento e della deduzione, processi che avvengono nella parte frontale. Nella parte del cervello che si occupa dei numeri esistono aree specializzate: ve ne è una che gestisce la tabella delle moltiplicazioni e per esempio un’altra che gestisce il riporto. Vi sono persone che sbagliano soltanto in una di queste aree. 

I numeri che utilizziamo oggi affondano le loro origini in oriente. In particolare lo zero ci è stato insegnato dall' India e nasce da aspetti filosofici e religiosi di questo Paese. 
Il significato letterale della parola che corrisponde allo zero identifica "assenza totale", "vuoto". Nell’ambito delle pratiche spirituali, una delle prime cose che bisogna fare per arrivare al nirvana consiste nello svuotare la mente di qualunque impressione. La rappresentazione simbolica del vuoto è il punto, lo stesso punto che a volte si trova sulla fronte di alcune donne indiane che lo utilizzano a scopo ornamentale. Questo punto divenne il simbolo del tutto, dell’intero, e il tutto lo si trova anche in quel tipo di filosofiache ritiene che tutti noi viviamo in un tutto e che la misura della nostra salvezza dipenderà dal modo in cui noi ci avvicineremo o ci allontaneremo dal tutto. 

Altro aspetto peculiare dei numeri è la Bellezza; quello che rende bellissime alcune formule matematiche è il fatto che prendono un qualcosa che è enorme, complesso, incomprensibile, caotico e disordinato,  e trovano un modo per riformulare quel qualcosa rendendolo comprensibile e sensato, per così dire, dandogli un ordine, una vera e propria forma estetica.
Non a caso molti artisti considerino i matematici come persone coinvolte in un profondoprocesso creativo. Sicuramente ci sono elementi comuni tra l’arte e la matematica: per essere un buon matematico devi essere un artista. Il problema è che il tipo di arte dei matematici non è immediatamente accessibile a persone che non abbiano quanto meno delle conoscenze un po’ specialistiche. Spesso è una grossa frustrazione se sei un matematico, perché trovi qualcosa che è meraviglioso e vorresti poterlo dire a qualcuno ma non riesci a dirlo a molte persone. E questo é uno dei motivi per cui i matematici spesso non hanno un grande pubblico che possa apprezzare il loro lavoro. 

Uno dei significati dell’arte è quello di essere una visione metaforica del mondo e ciò è molto simile a quello che è la matematica: un modo di descrivere il mondo, che non ci dà una immagine del mondo, ma ce ne dà una descrizione reale e profonda.

I numeri rappresentano la parte più ovvia della matematica e la prima scoperta. Alcuni numeri sono particolarmente interessanti, non solo a livello matematico ma anche in termini del mondo naturale che sembrano descrivere. Vi sono numeri che avremmo dovuto inventare se già non esistessero. E’ come se l’universo già li usasse e noi ce ne fossimo accorti solo in un certo momento. 

 Per esempi, nel 1202 Fibonacci creò la prima serie periodica nella storia della matematica partendo da una osservazione sui conigli. In essa ogni numero è la somma di due che lo precedono: questi numeri non sono puramente decorativi, infatti si ritrovano negli schemi della natura, nelle spirali di un albero o di una conchiglia. 

Non è chiaro se la matematica sia un’invenzione o un codice naturale che dobbiamo ancora capire, ma è sicuramente vero che ci affidiamo ai numeri per previsioni, probabilità, scala, simmetria. Man mano che cresce, il mondo matematico rivela nuovi territori inesplorati in cui noi ci muoviamo con istinto e autorità, con immaginazione e incertezza. 

"La matematica è la regina delle scienze
e la teoria dei numeri è la regina della matematica".
(Carl Friedrich Gauss)

Daniela Deligia

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